Tito del Colle dell'Infinito ... Storia di un Campione

Ch. TITO del Colle dell'Infinito

Tratto dal n. 1 - anno I - "Serie Rossa" della rivista "Monami"(Insogno S.r.l.) 

"... Voluto fortemente dal suo allevatore, dopo i successi sui rings ha colto le sue migliori affermazioni in riproduzione. Da lui una dinastia di grandi vincitori."

Domenica 27 giugno, nello stesso giorno in cui a Basilea si stavano celebrando i fasti della giornata conclusiva dell'Esposizione Atibox 1993, si è spento nel suo canile il campione Tito del Colle dell'Infinito. Oltre a presentare il dovuto omaggio al protagonista scomparso, queste righe vogliono brevemente ripercorrere quasi un decennio di avvenimenti che, per l'allevamento italiano, credo valga la pena siano ricordati. Torniamo velocemente all'inverno del 1985, e precisamente al mese di febbraio. In quei giorni si presenta ad Alessandro Tanoni il problema della scelta dello stallone più idoneo per una sua femmina, Bellamora, costruita geneticamente sulle più classiche linee Val di Senio.

Bellamora
Bellamora

Partì così per Reimstcheid in Germania, casa del campione Bruno v. d. Morsbach, il cui proprietario, personaggio singolarissimo (allevava piccioni), aveva tagliato tutti i ponti con il Boxer Club e si permetteva il lusso di concedere le prestazioni del suo cane solo a chi gli risultasse particolarmente simpatico.

Bruno v. d. Morsbach
Ch. Bruno v. d. Morsbach (Reimstcheid (D): la sera della monta con Bellamora)

Gli ingredienti c'erano tutti, la miscela era esplosiva e le attese non andarono deluse. In quella cucciolata, composta fra l'altro da femmine che riportarono buoni successi alle esposizioni, gli occhi di Alessandro erano solo per quel cucciolo maschio dallo scurissimo mantello tigrato senza praticamente alcuna macchia bianca. Qui cominciarono l'ansia, le febbrili aspettative, il timore di non aver visto giusto insomma il quadro classico che accompagna ogni allevatore che ha operato una scelta. L'occasione per dissipare questi dubbi si presentò ad una esposizione internazionale a Genova. Il principale richiamo era costituito dal giudice, un importante nome tedesco. Ma il verdetto fu di quelli che non lasciavano il minimo spazio alle speranze del proprietario: "lasci perdere, non insista, questo non sarà mai un soggetto in grado di raggiungere l'eccellente" . Tanoni, da buon marchigiano, credeva nel cane e la riscossa stava per arrivare. Il 1987 fu l'anno della definitiva consacrazione per Tito. Consegue il brevetto di lavoro (che sarà poi seguito dalla selezione) e velocemente ottiene i titoli per essere proclamato Campione Italiano e Campione Sociale di Bellezza. Né bisogna dimenticare il conseguimento di Klubsieger-anwartcchaften in Germania e sopratutto il 1° eccellente in classe lavoro alla Jahressieger di Kassel, piazzamento mai ottenuto prima di allora da nessun cane italiano. Cominciò naturalmente l'impiego in riproduzione ed i risultati furono subito confortanti, in particolar modo per quanto concerneva gli scarti sulla produzione dovuti a tare ereditarie, scarti che nella carriera di Tito si sono sempre rivelati praticamente nulli. Ma l'esperienza insegna che la fortuna di un grande stallone composta, oltre che dalla sua potenza genetica, anche dalla qualità delle fattrici. Tito incontra la femmina a cui deve la sua definitiva affermazione proprio nel suo allevamento. Louisette della Val di Senio è già stata coperta fino a quel 1987 da stalloni di gran nome (Blasius v. Boxer Gilde e Vic v. Klosterbrunnen), distinguendosi nella buona produzione. Dalla prima unione con Tito nascono, fra gli altri, Furio Uahresjugendsieger tedesco e svizzero, Jahressieger austriaco ed in possesso dei titoli per la proclamazione a campione italiano e sociale di bellezza) e Fionda, più volte miglior giovane in raduni organizzati dal Boxer Club tedesco, aspirante campionessa del boxer club, munita di tutti certificati per il titolo di campionessa italiana di bellezza, la quale continuerà, migliorandola ulteriormente, la preziosa opera di fattrice della madre. Nella seconda cucciolata con Louisette, spicca fra tutti Olimpio, il grande vincitore dei ring che Alessandro attendeva da sempre, vincitore fra l'altro del Clubsieger svizzero, Atiboxsieger, campione dell'anno del Boxer Club Italiano, campione internazionale. Ancora con Louisette, ma nell'ultima cucciolata nasce Rocco del Colle dell'Infinito, l'ultimo soggetto di questo filone in grado di fregiarsi di un titolo di campione. Da Sahra V. Nassau Oranien nascono Ulla e Ute del Colle dell'Infinito, la cui importanza in allevamento si rivelerà determinante. Al di fuori del suo canile Tito genera con Saionara Vania ben tre campioni per i colori di Piero Poli: Terry, Thomas e Saionara Dirk. Due annotazioni doverose: nella sua produzione, non è mai comparso alcun soggetto dal mantello fulvo. La seconda, e più importante, è costituita dal primo posto conseguito con i suoi figli nel Nachtzuchtgruppen alla Tahressieger-zuchtschaudel 1990 tenutasi a Gutersloh, il che aggiunge un altro importante alloro alla carriera di questo stallone. La bontà di questo riproduttore si è però ulteriormente manifestata proprio nel momento in cui la grande parte dei maschi scompare nel più desolante anonimato, nella seconda generazione, ovvero nei nipoti. Fionda, Ulla, Ute e dallo stesso Olimpio nascono cucciolate importanti. Ritengo di non esser in errore affermando che questa è, al pari di poche altre nella storia del boxer, una dinastia di grandi vincitori. Ora Tito dorme tranquillo sotto il grande albero piantato appositamente davanti al suo canile. Ai suoi figli e nipoti il compito di perpetuare il suo glorioso cammino..."

Alessandro TANONI con Bruno v.d. Morsbach
Alessandro Tanoni con Ch. Bruno v. d. Morsbach
(Reimstcheid (D): la sera della monta con Bellamora)

 

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